Progetto rigeneri@mo
Qual è la vita media di un pc?
Che fine fa poi? Queste sono le domande che hanno dato vita al “progetto Nuova Vita”.
Solo in pochi sanno che annualmente si producono 50 milioni di tonnellate di rifiuti Raee (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e che lo smaltimento degli stessi da qualche anno preoccupa tutti i paesi del pianeta; in Italia lo scorso anno si è toccati i 3 Kg procapite di Raee e la crescita annua di tali rifiuti ha una curva esponenziale, si stima che nel 2014 toccheremo i 6 Kg procapite.
La domanda che mi sono posto è: che fine fanno questi rifiuti? Ognuno di noi sa che da buon cittadino basta portarli in discarica, da li in poi ci saranno delle aziende specializzare che tratteranno il riciclo de materiali.
In alcuni casi è vero, ma la soluzione è costosa. Più semplice mandare questi prodotti che contengono metalli pesanti e sostanze inquinanti (piombo, cadmio, arsenico, cromo esavalente ma anche diossina, furano, policlorobifenili e ritardanti di fiamma bromurati) in grado di contaminare aria, suolo e acque in Paesi come il Ghana, Nigeria, Uganda, Vietnam, India, Cina e nelle Filippine. Qui è facile trovare centinaia di ragazzi che vivono nelle discariche, sommersi da raee e mentre la plastica brucia i bambini respirano veleni cancerogeni. È così che i computer dei ricchi avvelenano i figli dei poveri. Nel mondo ce ne sono migliaia e lo fanno per avere un piattino di riso da mangiare.
Nel nostro Paese è ancora attiva la legge Ronchi( Decreto Legislativo sui RAEE n. 151/19-7-2005), che cerca di sensibilizzare le amministrazioni comunali e i produttori di componenti informatiche a considerare, a partire dal processo di ideazione dei nuovi pc fino a quello di rottamazione dei computer usati, tutte le possibili situazioni per limitare al massimo l’impatto ambientale dovuto al ciclo di vita di questi prodotti.
Smaltire rifiuti Raee è un problema ancora poco sentito nel nostro continente, in America si stanno muovendo in tale direzione anche organizzazioni governative..
La mia risposta a questo problema è proprio l’idea che ha dato vita al progetto Nuova Vita. Se invece di buttarli, ne recuperiamo le parti funzionanti, rigeneriamo dei pc con nessuna pretesa di velocità, ma assolutamente funzionali per le operazioni più comuni, ne otteniamo delle macchine che possono operare ancora per qualche anno e che potrebbero essere donate a asili, scuole e famiglie che non hanno la possibilità di comprarne uno; daremmo una possibilità in più a tanti bambini che altrimenti dovrebbero farne a meno.
L’uso del pc è di fatto una alfabetizzazione che tutti devono avere e privarne un bambino equivale a dargli una chance in meno per il suo sviluppo culturale.
Il progetto vuole coniugare il sociale con l’ecologico e sensibilizzare ogni individuo ad una maggiore responsabilità verso il prossimo; senza dover fare rinunce, si ha la possibilità di dare “nuova vita” ad un oggetto che sarebbe destinato ad una discarica.
Massimiliano De5