Lo Storytelling è la storia rappresentata per immagini. Attraverso una serie di disegni, visualizziamo su carta le prime immagini del nostro film. Alcuni disegnano solo le immagini più importanti e rappresentative della storia, altri invece minuziosamente raffigurano le singole scene, commentandole anche dal punto di vista tecnico-registico, utili per la regia ma anche per tutti gli altri collaboratori.
Lo storyboard è uno strumento molto valido, anche nella realizzazione di un corto, in quanto permette di fissare con le immagini, ciò che la sceneggiatura descrive con le parole.
Molti pensano che sia difficile, perciò non lo fanno. Non bisogna essere dei maestri del disegno, per fare uno storyboard, bastano pochi tratti per vedere come sarà, come deve essere la scena che bisogna girare.
Da un articolo del sito Insegnanti 2.0
Il Digital Storytelling ovvero la Narrazione realizzata con strumenti digitali (web apps, webware) consiste nell’organizzare contenuti selezionati dal web in un sistema coerente, retto da una struttura narrativa, in modo da ottenere un racconto costituito da molteplici elementi di vario formato (video, audio, immagini, testi, mappe, ecc.). Caratteristiche di questa tipologia comunicativa sono:
# il fascino: derivante dal carattere fabulatorio che possiedono le storie, dato che si tratta, fondamentalmente, di racconti;
# la ricchezza e varietà di stimoli e significati: derivanti dall’alta densità informativa e dall’amalgama di codici, formati, eventi, personaggi, informazioni, che interagiscono tra loro attraverso molteplici percorsi e diverse relazioni analogiche.
# Si tratta quindi di una forma di narrazione particolarmente indicata per forme comunicative come quelle proprie del giornalismo, della politica, del marketing, dell’autobiografia e anche della didattica.1. Lo storytelling nella didattica
Il fascino è il punto di forza dello storytelling in ambito didattico, sia che si propongano agli studenti contenuti in forma di storie digitali, sia che si proponga agli studenti di creare tali storie attraverso applicazioni web a tale scopo dedicate. Ciò deriva da diversi fattori:
# il carattere fortemente gratificante proprio di un approccio narrativo;
# il fatto che esso offra un accesso più semplice a concetti astratti e complessi, come già Platone, che faceva largo uso dei miti (racconti) nei suoi dialoghi, ben sapeva;
# capacità propria del meccanismo narrativo, supportato da elementi multimediali, di generare processi ermeneutico – interpretativi e correlazioni concettuali significative;
# la facilità di memorizzazione del racconto sul piano cognitivo, come argomenta in questo post Cristopher Penn: Importanza cognitiva dello storytelling
# il notevole grado di coinvolgimento e il conseguente rafforzamento delle variabili motivazionali e dell’impegno che la narrazione offre;
# la capacità di veicolare messaggi significativi e di forte impatto, strutturati secondo una logica di causa – effetto;
# una storia genera altre storie, secondo il meccanismo della inter-testualità, favorendo lo scambio collaborativo delle conoscenze, il confronto dialogico, lo spirito critico e la ricerca di nuove interpretazioni e punti di vista su un problema e/o tema;
# la capacità dell’approccio narrativo di favorire la networked knowledge (conoscenza connettiva) e la combinatorial creativity (creatività combinatoria) come rileva Maria Popova in Networked Knowledge e Combiatorial Creativity
L’immagine sottostante illustra quali siano gli elementi che formano una “Storia Digitale” e la rendono una “buona una storia”, e risulta utile per una comprensione generale delle caratteristiche dello storytelling di cui si è appena parlato.